Fonte di ispirazione, per l’ideazione di tessuti e accessori sempre più originali e eleganti come quelli della migliore tradizione italiana, sono stati sei grandi personaggi che con il loro lavoro e il loro linguaggio espressivo hanno superato confini geografici e temporali, che hanno dato forma, parola, suono al “lato sublime dell’eleganza”.
Personaggi apparentemente contrapposti ma solo per linguaggi espressivi, in realtà molto vicini per rigore e libertà dalle convenzioni: l’artista Alberto Burri versus l’architetto Renzo Piano, un artista italiano, Lucio Fontana e l’altro giapponese, Katsushika Hokusai e per finire il designer Walter Albini e l’architetto milanese Piero Portaluppi.
Nessun tema astratto, quindi, ma nomi reali di persone la cui creatività e genialità, rappresentano un mondo di riferimento concreto, una fonte d’ispirazione per l’ideazione di nuove trame e orditi, e per la creazione di inediti accessori.
Il confronto tra Burri e Piano porta a riflettere sulla potenza delle materie prime e sulla loro poetica capacità di trasformazione, che in termini tessili e di accessori significa massima elaborazione e sperimentazione per arrivare a filati, bottoni, etichette, bordature sofisticate, piacevoli al tatto, così ricchi da sembrare architetture.
Nel mondo del tessile, il risultato di questo confronto, porta a sperimentazioni dove i materiali vengono lavorati senza seguire le convenzioni.
I colori si ispirano alle sfumature metalliche, sono semplici e vanno dal cammello all’ecrù.
Il grigio del metallo sottoposto alla reazione del tempo, del fuoco e dell’acqua regala nuovi cromatismi: si va dalle tonalità di verde, tipiche delle ossidature al viola e naturalmente al ruggine, simbolo dell’usura del tempo.
Gli accessori sembrano delle architetture materiche, i materiali quasi tridimensionali assumono forme architettoniche. L’accessorio, nell’ambito dei ricami, trova trattamenti metallici per le lavorazioni sul feltro.
Le bordature sono preziose e moderne grazie alle strutture animate in metallo a vista.
Le stesse anime in metallo vengono abbinate ad effetti vetro con lacerature, per la realizzazione di cartellini e di etichette che assumono forma tridimensionale.
L’effetto vetro, elemento che caratterizza Renzo Piano, è presente nelle fibbie e nelle applicazioni.
Le etichette vengono interpretate anche con elementi più materici come sovrapposizioni di galvaniche su materiali come pelle e carta, così da simulare quelle erosioni tipiche delle lavorazioni del metallo di Burri.
Il filo di rame diventa macramè sovrapposto a materiali naturali, con disegnature architettoniche.
I bottoni e le applicazioni sono grandi, dalle forme irregolari e spesso si confondono con il tessuto grazie alle ombre metalliche dei materiali plastici.
Le zip caratterizzate da galvaniche ossidate o annerite hanno nastri bruciati e lacerati, su basi arricchite da filati pregiati.
Fontana e Hokusai, invece, sono l’alfa e l’omega dell’eleganza. Il pensiero geometrico incontra l’ellissi della Natura, il bianco e il nero della perfezione del Tao. I tagli netti contrapposti alle volute delle onde marine affascianti e tempestose. Come i tessuti ricchi di ricami, di tagli laserati che lasciano trasparire morbide corposità dei tessuti in contrapposizione con accessori dalle forme moderne e dalla elaborata stratificazione.
Il fulcro di questo tema non sta nei colori ma nella sperimentazione delle forme geometriche, tridimensionali, grafiche, piene e vuote, unita all’idea di contatto con la materia. I tessuti e gli accessori con le loro forme sofisticate, elaborate, sovrapposte avranno una forte valenza tattile. Per raggiungere questa sintesi che esalti la forma sono stati utilizzati i colori bianco e nero, accostamenti dell’eleganza fuori del tempo.
I materiali sono fatti con la maestria italiana e la raffinatezza giapponese, sovrapponendo lo stile di Fontana al gesto artistico di Hokusai: silhouette tipiche dell’abbigliamento giapponese, forme circolari, ellittiche e dualità di colore per le declinazioni del tessuto e degli accessori.
Il concetto di tridimensionalità ottenuto da sovrapposizioni di materiali ha ispirato tessuti retrostampati, double laserati, moduli a rilievo, sovrapposizioni di cimose agugliate con imbottiture e tessuti intagliati.
Nei colori troviamo largo uso di bianco e nero con assenza di sfumature; il nero viene presentato in versione lucida e opaco decorato da alcuni elementi in oro antico e argento.
Altri colori utilizzati sono il viola e il grigio, tonalità che il nero può assumere a seconda della luce.
Gli accessori sono macro elementi preziosi come gioielli: i bottoni sono giganti e disegnati con effetti lacca.
I tagli d’autore oppure i motivi ondulatori sono d’ispirazione per i ricami e gli inserti, così anche per le decorazioni laserate.
Le applicazioni e i nastri presentano disegni stilizzati, rigature alternate e macramè in contrasto lucido e opaco.
Le zip sono bordate da velluti e pizzi metallici, ricordo di fasti del passato privati del colore così come le nappine tirazip.
Le etichette e i cartellini vengono laserati a motivi scribble e hanno applicazioni di metallo.
Le allacciature sono sontuose e prendono ispirazione dalla chiusura del kimono, impreziosite da spilloni e rasi damascati.
Albini e Portaluppi invece, spingono la visione sulle linee e i dettagli, sulla reinterpretazione dei classici ma in chiave meno seriosa e più contemporanea. In uno sviluppo di simmetrie, giochi di geometrie e stampe che riassumo il concetto dell’inimitabile eccellenza italiana.
Giochi di quadri dalle linee poco definite, come fossero coperte da una coltre di nebbia, si abbinano a micro e macro finestrature.
I disegni tappezzeria definiscono le lavorazioni jacquard.
Le losanghe in degradè sulla stampa camiceria di seta hanno tonalità chiarissime, cosi come i giochi di fantasie grafiche, vijelle tinte in filo e sovrastampate, si sommano a stampe in rilievo effetto carta su righine, bastoncini e gessature.
I colori hanno una fluidità nelle nuance, tutto è leggermente sbiadito ma di forte impatto.
Molto utilizzati sono i mezzi toni, dei beige, dei verdi, degli azzurri.
Negli accessori c’è un ritorno al bon-ton ma con ironia: il raso in contrasto con i tessuti, chiusure a fiocco impreziosiscono le cinture, le zip hanno nastrature classiche dalle linee pulite.
Un insieme di disegni a macro blocchi su applicazioni e bottoni arricchisce pied de poule e micro-spigati sulle passamanerie.
I bottoni sono in materiali lucidi, tagliati come diamanti a doppio colore.
Le fibbie sono laccate, colorate e fantasiose esageratamente grandi ricche e ricercate, vere protagoniste del capo.
I cartellini sono decorati da micro e macro sfere, fiocchi e disegnature jacquard.
Questi talenti, questo dialogo tra passato e presente, tra arti e mestieri, tra tradizione e contemporaneità, tra occidente e oriente tracciano i codici per quella che sarà l’eleganza del futuro autunno-inverno 2017/18 in mostra nelle prossime edizioni di Moda In e Lineapelle.
Eventi ai quali Etichettificio Pugliese si sta preparando a partecipare e sui quali presto vi terremo aggiornati.